Cosa significa marketing di nicchia? Rientrano in questa categoria le attività di marketing rivolte a una piccola cerchia di persone. Il termine “nicchia” sta proprio a identificare un piccolo gruppo con bisogni specifici, che si discostano da quelli della massa.
Si tratta, quindi, di una forma di pubblicità altamente mirata, con cui le aziende promuovono i loro prodotti e servizi a un pubblico ristretto, specifico e ben definito. Vediamo con un esempio pratico come mettere in atto strategie di marketing di nicchia sui canali digitali.
Diventare Influencer è il desiderio di molti che, però, non sanno che c’è una differenza fondamentale tra chi ha un seguito profittevole economicamente e chi pubblica semplicemente post con molti like che però non portano nessun ritorno economico.
In questo articolo vogliamo parlare di una tipologia di Influencer che si rivolge ad una nicchia di mercato che può essere ugualmente profittevole nonostante le dimensioni ridotte del proprio pubblico di riferimento.
L’adozione di strategie di marketing di nicchia ha permesso a Giovanni Laganà di fare delle sue passioni, fotografia e immersioni subacquee, un lavoro.
Secondo l’Associazione Americana Ana - Association of National Advertiser - che nel 2018 ha categorizzato il settore degli Influencer, Giovanni è da considerarsi un Micro-Influencer con i suoi 15.000 follower distribuiti sui social ufficiali. Questa suddivisione è dovuta all’ampiezza del pubblico, ovvero il numero di follower interessati a seguire il profilo del personaggio che si distinguono in:
• micro-influencer: fino a 25.000 follower;
• macro-influencer: fino a 100.000 follower;
• mega-influencer: fino a 500.000 follower;
• mega-celebrity: oltre a 500.000 follower;
Secondo però la classificazione suggerita nel 2010 da Forrester Research a fare la differenza non è tanto il numero dei follower, quanto il livello di influenza sul proprio pubblico di riferimento, che in termini aziendali significa la capacità di persuadere, incentivare l’acquisto o stimolare l’emulazione. Anche in base a questo criterio, Giovanni può essere definito un micro-influencer.
Unendo le due classificazioni possiamo affermare che i micro-influencer godono di un nutrito seguito sui propri canali social, riescono a stringere legami forti con i propri follower, interagendo quotidianamente con la loro community e spesso possiedono un sito internet costantemente aggiornato dove convertono l’interesse generato sui canali social.
Proprio perché godono di un’ottima reputazione, condividendo una passione comune al loro pubblico di riferimento, sono considerati esperti di uno specifico settore, una fonte di informazione affidabile e, dunque, da tenere in considerazione prima di decidere, prima di prendere una scelta o procedere ad un acquisto in quel determinato settore. Ecco perché fanno gola alle aziende che li includono nelle loro strategie di marketing digitale.
Lasciamo ora la parola a Giovanni che ha accettato di condividere la sua esperienza di successo e di raccontarci come è nato il sito web www.giovannilagana.com.
G.L.: “A me piace definirmi come Divulgatore Naturalista Subacqueo perché non mi sento un Influencer, ovvero una persona capace di influenzare un gran numero di persone.
A me piace il termine Divulgatore Naturalista Subacqueo perchè in fondo è quello che faccio: dalla prima immersione fatta a fine degli anni ‘80 imparo, miglioro, perfeziono e infine divulgo quanto appreso con chi, come me, condivide un’infinita passione per la fotografia e per i fondali marini.”
G.L.: “Ho iniziato su Instagram per il suo facile utilizzo e la sua natura visual. Infatti l’attenzione dei miei post è rivolta alle fotografie subacquee nei fondali marini del Mar Mediterraneo e in genere aggiungo una breve descrizione, gli hashtag e il post è pronto per essere condiviso con i miei follower cresciuti nel tempo organicamente, giorno dopo giorno, perché penso che se fai le cose con amore, anche il tuo pubblico se ne accorge e ti apprezza per questo.”
G.L.: “Procedo a sentimento, senza un piano editoriale prestabilito, condividendo in modo professionale quanto “catturo” nelle mie immersioni, ma anche mostrando la mia quotidianità che è fatta di studio e di costante aggiornamento.
Non mi sento Influencer, ma la mia community mi considera autorevole in materia e per non perdere questo status occorre che sia aggiornato su nuove tecniche di fotografia subacquea, nuove tipologie di immersioni, strumenti etc…”
G.L.: “Quando il Social Network non mi bastava più per dire tutto, non volevo modificare il taglio editoriale del mio profilo, ma sentivo la necessità di avere un posto virtuale tutto mio per poter esprimere ulteriormente la mia professionalità e le mie esperienze… ho sentito l’esigenza di portare i miei follower dai social a casa mia, sul mio sito.”
G.L.: “Sì, assolutamente sì. Il sito internet non ha cannibalizzato il mio profilo Instagram e quello Facebook anzi, ha permesso di far nascere preziose collaborazioni con aziende di settore, sponsorship di attrezzature, presenza ad eventi di settore, pubblicazioni e interviste su magazine e generato ovviamente nuovi clienti in modo costante e continuo per tour immersivi.”
G.L.: “Ero in una prima fase di ricerca sul ‘dove’ e ‘come’ fare il mio sito internet e mi ha colpito una loro pubblicità a tal punto da inserire i miei recapiti per poter essere richiamato.
E così è stato. Il giorno dopo ho ricevuto la chiamata da parte di un Consulente Commerciale di TIM in cui mi ha spiegato le caratteristiche del servizio TIM Sito Semplice e alla fine ho accettato la loro proposta e realizzato il mio sito web.”
G.L.: “Sicuramente continuare a condividere foto sui social e raccontare storie sul mio sito Internet. Come ti anticipavo prima, se generi interesse sulle persone o se tratti un argomento specifico il passo successivo è che vieni Googlerato, per dire che poi finisce che le persone decidono di cercare il tuo sito sui motori di ricerca. E si aspettano di trovarlo, si aspettano che ci siano contenuti di qualità, veritieri, aggiornati.
La conclusione dell’interesse generato sui social viene trasformata in richiesta di informazioni sul sito internet o nuove profittevoli collaborazioni.”
Proprio per il ruolo determinante che i micro-influencer svolgono all’interno dei processi comunicativi, vengono spesso ingaggiati dalle aziende per veicolare un messaggio e i loro follower sono considerati come potenziali acquirenti. Quindi, per le aziende, essere associati ad esperti di un settore molto specifico, come quello di Giovanni dove si uniscono fotografia e immersioni subacquee, è proprio un chiaro esempio di strategia di micro-influencer marketing.
E non si tratta solo di postare con regolare frequenza sui social network, ma si tratta di differenziarsi in modo continuo e costante dal resto degli influencer, in modo strategico per evidenziarsi dal contesto di riferimento.
Considerando che in Italia, secondo Influencer DB, ci sono oltre 550 mila profili con più di 15 mila follower, di cui l’81% sono micro-influencer, un ottimo modo per diventarlo è continuare a fare in modo che il proprio ambito di competenza non abbia segreti.
Proprio come fa Giovanni Laganà che è in continua formazione e, attraverso le immagini fotografiche, è impegnato a divulgare e comunicare le sue emozioni che trasferisce a media e magazine come Sub Underwater Magazine, Scuba Zone Magazine, Mediterraneo e Dintorni e Scubashooters.