Come è noto, Assinform, l’associazione nazionale delle principali aziende ICT italiane, pubblica ogni anno un rapporto sull’andamento del mercato digitale.
Il 2017 è stato l’anno che ha visto risvegliarsi in maniera eclatante campi merceologici quali l’industriale e il manifatturiero, tanto da far pensare a scenari evolutivi ben diversi rispetto alle passate previsioni.
Il mercato software, e in particolare le soluzioni ICT, hanno visto una crescita significativa nell’ultimo triennio, attestandosi a ben più di 6 miliardi di euro nel 2017.
Nell’ambito dei servizi ICT, i Data Center e il Cloud Computing hanno avuto lo sviluppo più significativo, crescendo il doppio nell’ultimo anno rispetto a quello precedente.
La cybersecurity in particolare continua ad avere un trend di crescita a due cifre, soprattutto per quanto riguarda l’hardware e la consulenza.
Si prevede una crescita costante e complessiva del mercato digitale nel prossimo triennio, soprattutto riguardo ai contenuti e alle soluzioni ICT.
Dopo la crescita dello scorso anno, il mercato digitale italiano fa sperare in un ulteriore miglioramento, sia nel 2018 che nei prossimi anni a venire. Può darsi che questo sia l’effetto di un radicale cambiamento sia nelle strategie di business, sia nella domanda d’innovazione, ora presente un po’ in tutti i settori merceologici. In merito, specialmente in Italia, non è da sottovalutare la potenza dei cosiddetti Digital Enabler, che continuano ad alimentare la crescita generale, a partire dal software e dai servizi connessi.
In ogni modo, non vi sono solo luci, ma anche ombre, e continuano a essere molti i nodi da sciogliere: l’estrema eterogeneità territoriale dell’Italia rivela carenza di competenze, bassa cultura digitale dei manager e ritardi nelle infrastrutture. Ecco un dato chiarificatore: nel 2016 abbiamo avuto in Italia solo 14 laureati STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) ogni mille abitanti nella fascia 20-29 anni di età, contro i 21 in Germania, Francia e Polonia, i 22 in UK e Spagna, i 31 in Irlanda.
Speriamo che il successo del programma Industria 4.0 spinga il legislatore a perseverare nella politica di diffusione dei mezzi e della cultura digitale a beneficio della crescita del Paese.