L’Unione Europea, negli ultimi anni, ha dedicato sempre più sforzi per sviluppare una risposta efficace e sistemica alle minacce informatiche. Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede ben 620 milioni euro per lo sviluppo della cybersicurezza nella pubblica amministrazione. Non solo, sono previsti anche fondi dedicati alla digitalizzazione dei processi aziendali in cui trovano posto interventi volti ad aumentare la sicurezza dei sistemi informatici. In Italia, la centralità data alla sicurezza informatica dalle istituzioni ha portato anche alla creazione di un’Agenzia Nazionale (ACN) e alla definizione di una Strategia Nazionale di Cybersicurezza.
L’Unione Europea definisce la cibersicurezza (o cybersecurity) “l'insieme delle attività necessarie per proteggere la rete e i sistemi informativi, gli utenti di tali sistemi e altre persone interessate dalle minacce informatiche”.
La triade CIA (Confidentiality, Integrity, Avaiability) definisce i tre principali parametri utilizzati per definire una corretta protezione degli asset informatici:
Negli ultimi anni, grazie alla digitalizzazione e alla rivoluzione del cloud, le istituzioni e le aziende di tutte le dimensioni hanno implementato nuovi processi informatici che hanno permesso di rinnovare in modo decisivo sia la gestione dell’impresa che la tipologia di offerta e le modalità di relazione con il cliente. La pandemia da Covid-19 e il ricorso a forme sempre più massicce di smart working ha ulteriormente spinto le aziende a condividere dati nel cloud, in modo più o meno sicuro.
Nel futuro, il 5G e la crescita dell’internet of things permetteranno di raccogliere un numero sempre maggiore di dati sensibili. Alle straordinarie possibilità offerte dalla digitalizzazione e dal cloud si accompagnano dunque forti minacce che riguardano la sicurezza e la protezione dei dati acquisiti. Quasi quotidianamente i giornali riportano le conseguenze dei più importanti attacchi informatici, che di solito riguardano sistemi statali, finanziari oppure si riferiscono a multinazionali. Ma la tendenza è in forte crescita e riguarda anche le piccole e medie imprese: ogni giorno nel mondo vengono hackerati 30.000 siti web e il 64% delle imprese è stato attaccato almeno una volta.
L’ENISA, l’Agenzia Europea per la Cybersicurezza, categorizza le principali minacce alla sicurezza informatica in:
attacchi ransomware, in cui i criminali informatici rendono impossibile l’accesso ai dati conservati per lo stesso proprietario, generalmente crittografandoli e chiedendo un riscatto;
attacchi malware, che più generalmente si riferiscono a software o firmware che eseguono un processo non autorizzato sui sistemi dell’utente;
criptojacking, in cui vengono utilizzate segretamente le risorse di calcolo dell’utente per generare criptovalute;
attacchi alla posta elettronica (phishing), che sfruttano distrazioni e ingenuità dell’utente per attaccare i suoi sistemi informatici;
minacce ai dati protetti e sensibili, che vengono violati e rilasciati in ambienti non affidabili;
DDoS (Distributed Denial of Service) e altre minacce alla disponibilità e all’integrità. Il DDoS è un attacco, molto diffuso, che prevede di inondare di traffico internet la vittima utilizzandone le risorse e rallentando o mandandone in tilt il sistema;
campagne di disinformazione, orchestrate soprattutto sui social media, volte a propagare informazioni false;
minacce non malevole e che non hanno quindi un intento criminale ma accadono per errori e distrazioni umane che possono mettere in pericolo la confidenzialità, l’integrità e la disponibilità dei dati.
Un corretto cyber security management unisce elementi tecnici a elementi umani. Bisogna, infatti, sempre tenere presente che la sicurezza informatica di un’azienda non dipende mai solamente dalle soluzioni tecniche, pur fondamentali, ma emerge dalla fruttuosa interazione tra queste e una cultura della sicurezza informatica diffusa in tutta l’organizzazione. Gli attacchi malevoli dipendono infatti quasi sempre, almeno in parte, da un errore umano dovuto a leggerezza o distrazione, come per esempio può essere una cattiva gestione delle password o l’esecuzione di programmi malevoli.
Il responsabile della cyber sicurezza deve quindi analizzare aspetti hardware, software e umani per mappare i sistemi informatici dell’azienda e le sue prassi di conservazione, gestione e accesso ai dati, deve progettare e realizzare i sistemi di prevenzione e, naturalmente, monitorare le potenziali minacce e intervenire con tempestività ed efficacia in caso di attacco.
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Il management della cybersicurezza si sviluppa nel seguente modo:
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Come abbiamo visto, il tema delle minacce cibernetiche è diventato sempre più rilevante e urgente da affrontare, sia ad ampio livello sistemico, sia a livello aziendale. Adottare diagnostiche e tecnologie di alta qualità, sviluppando al contempo una cultura della sicurezza in azienda, è quanto mai necessario a contrastare efficacemente le minacce informatiche.