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Il divario digitale in Italia: situazione attuale e possibili soluzioni

Il divario digitale in Italia: situazione attuale e possibili soluzioni

Il divario digitale è un fenomeno ancora molto radicato in Italia che colpisce non solo i singoli ma anche le realtà aziendali, creando una situazione di svantaggio socio-economico e culturale per il paese.

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16.05.2022
time Tempo di lettura 4 minuti

In Italia il divario digitale, nonostante l’avanzamento tecnologico degli ultimi anni, non è stato ancora del tutto colmato. Ad oggi si sente ancora parlare di digital divide a causa della mancanza di tecnologie e connessione a internet adeguate in tutte le aree geografiche della penisola.

 

A ciò è direttamente collegata la questione dell’analfabetismo digitale che dipende da diversi fattori sociali e demografici come ad esempio l’età, il genere, il livello di educazione e le condizioni economiche. Il divario digitale può assumere diverse forme ma si può ritenere sempre negativo per chi lo subisce.

 

Ma cerchiamo di capire meglio quali sono le categorie più colpite e come poterlo ridurre.

Cosa si intende per divario digitale?

L’espressione divario digitale o digital divide, concetto diffuso ormai a livello globale, si usa per indicare una disuguaglianza nell’accesso alle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione che può riguardare tanto gli individui quanto le realtà aziendali.

 

Il digital divide può essere di due tipi.

 

  1. Digital divide di I livello: si parla di primo livello in assenza totale di connessione. In Italia questa situazione riguarda una percentuale molto bassa della popolazione.
  2. Digital divide di II livello: si verifica quando la popolazione è raggiunta dalla connessione ma non ha le competenze o il know-how necessari per sfruttarla al massimo.

 

Questa disparità ha conseguenze dirette sia a livello economico che educativo, con ricadute anche in ambito professionale e lavorativo. Chi soffre maggiormente di questa situazione finisce per entrare a far parte di una categoria svantaggiata che non riesce a usufruire di tecnologie avanzate e che, inevitabilmente, è vittima di discriminazione con pesanti ripercussioni sul piano socio-economico

Analfabetismo informatico: cos’è e come siamo messi in Italia?

L’analfabetismo digitale, meglio conosciuto come analfabetismo informatico, indica l’incapacità di una persona di operare tramite un computer e quindi di reperire qualsiasi tipo di informazione via internet. Se può sembrare un concetto oggi quasi inimmaginabile, l’ultimo rapporto Auditel-Censis, nonostante l’avvio di un percorso positivo, mette in luce come ci siano ancora milioni di italiani tagliati fuori dal digitale.

 

Alla base del mancato accesso a internet ci sono principalmente tre fattori:

  1. mancanza di connessione alla rete;
  2. assenza di dotazioni tecnologiche adeguate;
  3. carenza di competenze di base necessarie per collegarsi a internet.

 

In Italia quasi una famiglia su dieci non è connessa e quasi una su tre ha solo la linea mobile. Inoltre, 5 milioni di nuclei famigliari si collegano solo da smartphone, un dispositivo che al momento non è ancora in grado di supportare tutte le attività didattiche, lavorative e di intrattenimento svolte quotidianamente.

 

A essere maggiormente svantaggiati sono soprattutto gli anziani e le famiglie con pochi o scarsi mezzi di sostentamento. Si parla di digital divide infrastrutturale per tutti quei cittadini italiani che non sono coperti da una connessione internet efficiente, e di digital divide culturale per chi invece sceglie di non avere un abbonamento a internet, creando in entrambi i casi una situazione di svantaggio.

Chi è escluso dal digitale e come fare a raggiungere l’uguaglianza?

Ad oggi, le categorie escluse dal digitale sono ancora tante e, oltre agli anziani, troviamo anche persone che presentano un basso livello di istruzione e che, anche per questo motivo, non sono in grado di restare al passo con la tecnologia. Ma c’è anche chi si trova davanti a una difficoltà linguistica-culturale o chi ha un reddito basso e non ha pertanto la possibilità di investire in oggetti o servizi digitali e tecnologici.

 

Come fare a ridurre il divario digitale e raggiungere l’uguaglianza? La soluzione si può racchiudere in due parole: “digital inclusion”, ovvero l’insieme di attività volte a rendere il digitale accessibile a tutti.

 

Nello specifico, le principali azioni da intraprendere per colmare il divario digitale sono le seguenti.

 

Rendere la connessione veloce a internet accessibile a tutta la popolazione.

Educare all’uso di internet chi non è ancora pratico.

Creare ambienti digitali semplici che permettano agli utenti di navigare in autonomia.

Il piano nazionale e gli interventi per ridurre il digital divide

Da parte sua, il Governo italiano si sta dando da fare per ridurre il digital divide, intervenendo laddove l’accesso a internet è limitato e agevolando chi, per i motivi elencati precedentemente, non è in condizioni di navigare in rete.

 

A questo scopo, all’interno del PNRR è stata ridefinita la Strategia Italiana per la Banda Ultra Larga “Verso la Gigabit Society” con il nuovo Piano strategico Banda Ultra Larga al fine di estendere la connessione a internet con banda ultralarga sull’intero territorio nazionale.

 

E non è tutto, perché grazie al Voucher Governativo per le imprese, finanziato per oltre 1 miliardo di euro, si vuole promuovere la domanda di servizi di connettività a banda ultra larga nelle PMI. L’utilizzo della connessione a internet veloce viene, infatti, visto come fattore determinante per la crescita delle competenze digitali nel paese, creando un effetto a catena positivo per attrarre nuovi investimenti.

 

 

Possiamo dire quindi che il divario digitale è un problema reale in Italia, che ha ripercussioni importanti dal punto di vista socio-economico. L’unico modo per colmare questo divario è rendere internet accessibile a tutti e invogliare quelle categorie “escluse” dal digitale ad utilizzarlo nel miglior modo possibile, rendendolo parte integrante della loro vita.

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