I distretti industriali sono entità socio-territoriali in cui una comunità di persone e una popolazione di imprese industriali si integrano reciprocamente. La produzione dell’industria manifatturiera Italiana è in buona parte il risultato di questa peculiare organizzazione del comparto produttivo. Istat censisce 141 distretti industriali disseminati sul territorio nazionale, e rappresentano una fetta importante dell’intero comparto manifatturiero italiano sia per produzione, circa un quarto, sia per occupazione, circa un terzo sul totale. All’interno dei distretti industriali risiede circa il 22% della popolazione italiana. Questo quanto dichiarato dall’Istat nella ultima rilevazione del 2011. L’andamento positivo dei distretti industriali italiani, durato per tutto il decennio, ha avuto un duro colpo dalla pandemia soprattutto nelle esportazioni che nel 2019 avevano toccato la cifra record di 125,5 miliardi di euro, ben 47 miliardi in più rispetto al minimo raggiunto nella crisi del 2009.
L’export dei distretti, dopo aver ceduto il 6,8% tendenziale nei primi tre mesi del 2020, ha accentuato le perdite nel secondo trimestre, riportando un arretramento del 32,1%. Questo quanto rilevato dagli studi di Intesa Sanpaolo.
Il calo è stato purtroppo quasi generalizzato e ha colpito di più le regioni ad alta intensità distrettuale come la Toscana, le Marche, il Veneto, il Piemonte e la Lombardia. Una buona resistenza c’è stata nei distretti del Sud del paese in quanto più specializzati nella filiera agro-alimentare. Infatti, dei trenta distretti industriali italiani che hanno registrato un aumento delle esportazioni nei primi sei mesi del 2020 ventinove sono agro-alimentari.
La capacità di recupero, si scrive nel citato monitor, varia dunque da settore a settore. Lo scenario resta molto incerto nonostante le notizie incoraggianti dal fronte dei vaccini.
La crisi generata dalla pandemia rappresenta un momento di grande discontinuità in una crescita che era consolidata, ma porta con con sé anche grandi opportunità per ripensare l’economia e la produzione in genere cogliendo ciò che solo la tecnologia digitale può portare. Nella crisi infatti grazie alla connettività e ai servizi di information e communication tecnology è stato possibile limitare parte dei danni ineluttabili. Ripensare le filiere produttive e le loro catene del valore con un utilizzo più massiccio di tecnologie digitali porterà le imprese a pensare in un altro modo, a servirsi di strumenti che integrano in sé sostenibilità ambientale e cultura rivolta alla generosità verso il progresso per lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi.
Si tratta di vantaggi importanti che vanno pensati con logiche e strategie differenti rispetto al passato e che vanno accompagnati da opportuni investimenti in cultura e tecnologia digitale da introdurre nei processi di produzione, logistici e di vendita e da implementare e affiancare con adeguati percorsi di formazione.
Oltre alle infrastrutture di rete – dalla fibra al 5G, dal Fixed Wireless Access (FWA) alla connettività satellitare – il Gruppo Tim mette a disposizione delle aziende dei distretti i migliori servizi di ultima generazione, indispensabili per promuoverne la competitività, avvalendosi delle competenze specializzate delle proprie unità produttive, di Noovle per le soluzioni Cloud e di edge computing, di Olivetti per l’Internet of Things, di Telsy per la Cybersecurity e di Sparkle per i servizi internazionali.
Il Gruppo TIM punta così a far leva sulle proprie fabbriche di prodotto per coinvolgere direttamente l’intero ecosistema imprenditoriale dei distretti che, oltre alle aziende, comprende anche le Pubbliche Amministrazioni e le istituzioni locali.
Le tecnologie Cloud all’avanguardia di Noovle, forte anche della partnership strategica siglata con Google Cloud, saranno in grado di fornire tutta la capacità computazionale necessaria a digitalizzare e far evolvere i servizi; i servizi IoT verticali di Olivetti faranno la parte di artificial intelligence necessaria a introdurre sistemi produttivi all’avanguardia; l’ampia gamma di soluzioni di Cybersecurity offerte da Telsy per garantiranno la protezione dei dati e dei servizi presenti; i servizi internazionali offerti da Sparkle connetteranno le sedi delle aziende, i partner e i clienti all’estero.
TIM offrirà tutti i suoi servizi a partire dai distretti in cui si sviluppano le filiere più rappresentative del made in Italy come il tessile di Carpi (Modena), Ascoli Piceno, Barletta e Minervino Murge; il calzaturiero del Fermano; l’industria meccanica di Schio (Vicenza), Borgomanero (Novara) e Rivarolo Canavese (Torino) con l’obiettivo di estendere l’iniziativa su tutte le aree industriali del Paese.
Le filiere produttive potranno avvantaggiarsi di soluzioni di automazione, di manutenzione da remoto in tempo reale, attraverso la realtà aumentata ma anche di tecnologie per la sicurezza fisica con soluzioni di videosorveglianza, gestione della logistica e delle flotte, fino a tecnologie per il controllo di filiera tramite blockchain. Saranno abilitate anche soluzioni di smart working, di gestione intelligente dei dati e l’adozione di intelligenza artificiale nei processi aziendali.
In particolare, Smart District di TIM BUSINESS è in grado di garantire alle imprese dei distretti italiani la continuità operativa e la sicurezza del patrimonio informativo, degli ambienti produttivi e del personale e di mantenere l’efficienza e il controllo del ciclo di vita del processo produttivo, anche in mobilità e in sicurezza nel rispetto delle regolamentazioni Privacy (GDPR).
E dunque:
Tutto ciò che serve ora alle imprese dei distretti industriali per la ripresa parte da qui. Le tecnologie e la cultura digitale di TIM sono a disposizione delle imprese italiane per tornare a crescere insieme.
Scopri la tappa di Schio.