L’entrata in vigore del 1° gennaio 2019 sembra ormai un lontano ricordo, caratterizzata da malumori e difficoltà iniziali da parte degli imprenditori. A parte una percentuale esonerata, tutte le partite IVA e PMI hanno dovuto mettersi in regola e gestire la fatturazione digitale, fino ad allora cartacea.
Prima e unica in Europa ad introdurre l’obbligo di fattura elettronica, ha dovuto dare un segnale importante all’Unione: i circa 4 milioni di evasione IVA rappresentano il 25% del totale europeo.
Ma i benefici non riguardano solo il sistema Paese. Con l’introduzione della fattura elettronica, anche i processi dell’azienda diventano più light, i livelli di efficienza migliorano, emissione e ricezione in formato elettronico accorciano i tempi.
L’obbligo porta a ripensare in modo più digitale a tutti i processi aziendali, riflettendo sull’integrazione di Cloud, Intelligenza Artificiale e Big Data, in un sistema attraverso il quale la digitalizzazione non rappresenta tanto un costo, ma un investimento per aumentare i ricavi. Così evidenzia il Report Fattura elettronica. Le dinamiche dell’entrata in vigore dell’Osservatorio di Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b del Politecnico di Milano:
“La fattura elettronica può essere l’innesco per diffondere effetti positivi nell’azienda e nel suo ecosistema di appartenenza (clienti, fornitori, istituti di credito, pubblica amministrazione), soprattutto se alla dematerializzazione del singolo documento seguirà la digitalizzazione di processi lavorativi e di relazione.”
Non si tratta di teoria, ma di realtà. Prova ne è che circa l’8% delle PMI che erano state esentate dall’obbligo di emissione, ha comunque deciso di introdurre la fattura elettronica, sia come primo mattone di un’evoluzione digitale, sia per evitare di trovarsi isolato in un sistema ormai proiettato verso il futuro.
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